Trauma e Patriarcato (3)

L’attuale definizione/descrizione del Disturbo post-traumatico da stress (PTSD) contenuta nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), non riesce a cogliere «il disagio più pervasivo delle vittime di violenza cronica intrapersonale, in particolare quando il trauma è cumulativo e inizia nell’infanzia.» (cfr. Liotti e Farina, 2011)

Una «diagnosi mancante», che permetterebbe di cogliere appieno (e un conseguente, efficace trattamento) il disturbo pervasivo per avere subito o assistito a violenza cronica, esattamente le condizioni delle vittime di #violenzadomestica; #violenzaassistita; #abusisessuali nonché dei rifugiati e richiedenti asilo.

«I bambini che hanno subìto maltrattamenti o hanno subìto/assistito a violenza cronica presentano spesso un disturbo più pervasivo del PSTD nel quale molti sintomi si manifestano con modalità diverse e che spesso entrano in contraddizione fra loro. (Apollonio, Crisma, 2021)

E’ probabile che detta lacuna sia dovuta a l’interferenza di importanti e massicci meccanismi di Negazione – da cui neanchela scienza è esente -in maniera particolare quando riguardano situazioni di violenza

Parallelamente (e – se ci riflettete – perfettamente in linea), si divulgano discutibili e improbabili teorie che – neanche tanto velatamente – 

  • tendono a screditare la credibilità delle vittime; 
  • negano la realtà del trauma; 
  • minimizzano l’esistenza e la frequenza delle situazioni di violenza e abuso. (cfr. Apolloni, Crisma 2021)

In ultima analisi – e senza giri di parole – rinforzano antiche (donne malevole; falsi ricordi) o nuove (false denunce) credenze. 

Cui prodest?

La #Sindromedaalienazioneparentale (Gardner, 1985) ne è un plastico esempio.

Non è un caso che l’Italia vanti un’incongruente ed elevata percentuale di archiviazioni rispetto alle denunce di violenze e abusi, che “qualcuno” si è assicurato di definire impropriamente e prontamente, #false denunce. 

Archiviazioni che denotano la difficoltà (conclamata) della Giustizia nel ri-conoscere tali reati e – contemporaneamente – un’inquietante volontà di derubricarle a più “rassicuranti” (e ri-vittimizzanti) false denunce. 

To be continued…

PierAnna Pischedda, Psicologa

                       

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