Qualche giorno fa abbiamo letto con sconcerto dal Coordinatore Nazionale Dipartimento TutelaVittime di Fratelli d’Italia, al secolo Cinzia Pellegrino, auspicare e proporre (in un post) la chiusura dei Centri Anti Violenza in quanto, testuale, “fanno propaganda #femminista e #gender. #dolore #donne non sia usato per fini ideologici.”
Aldilà della gravità e insensatezza dell’esternazione, colpisce l’arroganza e la “leggerezza” con la quale si parli di un servizio (e dei suoi operatori) così importante, delicato e basilare per la vita (anche in senso letterale) di tante vittime di Violenza Domestica.
Probabilmente, il pensiero di un’opinione pubblica completamente manipolabile da un tipo di comunicazione (abilmente confezionata da professionisti pagati profumatamente), può far sentire al riparo e in diritto di poter dire qualsiasi abominio, peccato, però, non riesca con tutti.
Soprattutto con chi (e non siamo pochi) queste vicende le tocca con mano quotidianamente e delle vittime ascolta il dolore, il pianto, lo strazio delle vite.
Giusto per puntualizzare (e nonostante si tenda a minimizzare), la cronaca nera ci informa che abbiamo superato quota 30 (morti, dall’inizio dell’anno), per non parlare dell’innalzamento delle richieste di aiuto dall’inizio della pandemia.
I femminicidi hanno rappresentato il 40% degli omicidi dello scorso anno, eppure, da nessuna parte sentiamo parlare di emergenza, in special modo dalla bocca della politica (a parte le immancabili eccezioni).
Ma il partito di Cinzia Pellegrino in particolare, sembra avere più di altri, difficoltà nel ravvisare l’entità del problema. La stessa presidente, l’onorevole Meloni, qualche mese fa aveva sentito l’esigenza di minimizzare l’entità dei reati contro le donne come dovuti all’intento criminale di uno sparuto drappello di esponenti dell’altro sesso e quindi, per questo, invitava gli “allarmisti” a non banalizzare e a non generalizzare le colpe.
Come se fosse normale avere:
- un femminicidio ogni tre giorni;
- “padri” che uccidono figli per punire le madri;
- mariti e fidanzati che picchiano, tormentano, ricattano, isolano;
- milioni di maschi italiani che fanno turismo sessuale e turismo sessuale con minori;
- milioni di maschi italiani che si rivolgono quotidianamente (ergo, finanziatori e complici) ai mercanti di carne umana, per esercitare quello stupro legalizzato (non a caso, per renderlo nobile si auto definiscono clienti) che chiamiamo prostituzione (maschi, femmine, bambini/e, trans);
Per non parlare degli attacchi alla legge 194 e ai diritti di autodeterminazione delle donne nelle regioni in cui il partito governa e altre amenità che riguardano la negazione delle differenze e dei diritti di alcune minoranze.
Comunque, ci piacerebbe sentire le scuse della Pellegrino alle vittime (ricordiamo le migliaia di minori coinvolti) e agli operatori ovvero quei professionisti che, certo non per lucro, visti i miseri (sempre più miseri) finanziamenti, si fanno carico del supporto legale e psicologico, difendendole anche dalla vittimizzazione secondaria e dalla violenza istituzionale.
Abbiamo l’impressione, tra l’altro, che quella “sparata” delle femministe e del gender sia il preludio all’ingresso – nei centri anti violenza – di associazioni di fanatici religiosi (legate all’estrema destra) come sta avvenendo già nei consultori delle regioni governate dalla destra.
E, se così non fosse, allora, in quanto cittadini/e, elettori/trici, ci piacerebbe sapere qualcosa di più sulle politiche femminili di questo partito e la sua effettiva posizione nei confronti dei reati di genere, perché quel “poco” che sappiamo ci autorizza a pensare male.
Pieranna Pischedda