L’ultima e terza parte delle mia personale rassegna stampa riguarda l’ennesima polemica montata ad arte a cui la politica e la stampa di area ci hanno abituato.
Il tutto nasce da un’interrogazione parlamentare del senatore Maurizio Gasparri, seguita da un’ispezione del Ministero, all’ospedale Careggi di Firenze e – nello specifico – al suo percorso specialistico sulla Disforia di Genere.
Il motivo dell’ispezione riguarda l’utilizzo – da parte di uno staff medico specializzato ed esperto – di un farmaco bloccante della pubertà, la triptorelina che, secondo il Senatore, verrebbe somministrato senza “assistenza terapeutica e psichiatrica” (cit. Fan Page.it, 9 febbraio 2024).
In altre parole, le problematiche legate alla Disforia di Genere sarebbero in mano ad un gruppo di zuzzurelloni che gestirebbero un servizio altamente specializzato al pari (nella migliore delle ipotesi) di un SerD (Servizio per le dipendenze) nella sua funzione di erogatore di metadone.
Non so a voi, ma questo gioco “delegittima la Scienza” da parte di chiunque si senta autorizzato (e in assenza di competenze specifiche) a dire la propria come se fosse il “verbo”, ci sta prendendo la mano.
Non è un caso che in questo paese spuntano “tuttologi” come funghi mentre le persone titolate vengono silenziate e/o denigrate (il Covid insegna).
Ma veniamo a noi.
Trattasi sempre della stessa pappa (avvelenata).
Il corpo e il possesso dei corpi.
Anche in questo caso, si pretende di decidere sulle vite degli altri senza il minimo interesse per gli altri.
Ignorando volutamente le storie individuali, le sofferenze, il diritto alla salute, i diritti umani.
Ridurre a una mera distribuzione di farmaci un percorso di anni, sostenuti psicologicamente passo dopo passo, è intollerabile e in primis, FALSO.
Sminuire in maniera violenta e arrogante un percorso “salva vita” (il trattamento diminuisce in maniera significativa i disturbi depressivi e il rischio suicidario) per il mero esercizio (e difesa) di un potere di genere (se volete potete usare anche il termine gender) vecchio di secoli e fatto di impunità, privilegi, discriminazioni, diritti negati, rende l’idea di cosa si sia disposti a calpestare pur di non perdere il pallino del gioco.
La plastica conferma è il decreto appena votato (per modo di dire, dal momento che è stato posto il voto di fiducia) che permette ad associazioni antiabortiste di “aiutare” le donne che si rivolgono ad un consultorio per l’interruzione volontaria di gravidanza a ripensarci.
Per il mantenimento di tale potere,
- si occupano di – Chi, Come e Quando – abbia il permesso di procreare;
- si occupano di vietare nuovi modelli educativi;
- si occupano di oscurare e contrastare modelli sociali egualitari ed inclusivi;
- si occupano di come ostacolare l’accesso al lavoro e ai posti di potere di una parte della popolazione;
Lo fanno, dicono, per il bene del “loro” di turno.
In realtà,
- non possono permettere che vi siano donne che rivendicano libertà di scelta;
- non possono permettere che dei bambini, possano sviluppare un pensiero critico;
- non possono permettere che individui altri possano esercitare pari diritti.
E’ un controllo totale, ossessivo, su chiunque “pretenda” di essere libero di essere.
La statua, il dipinto, la clinica, tre facce della stessa medaglia, tre facce dello stesso potere: il Patriarcato.
PierAnna Pischedda, Psicologa