Bi-genitorialità, Affido condiviso, storture del sistema: riflessioni e domande

Qualche giorno fa c’è stata un’importante sentenza della Corte di Cassazione in merito ad una vicenda di affido di un minore, già nota alle cronache e per la sua durata e per la “battaglia giudiziaria” intrapresa dai due genitori per l’affidamento del figlio. Nove anni di calvario giudiziario, soprattutto per il minore, paradossalmente, il soggetto cui si intendeva proteggere e garantire i diritti.

La Cassazione è intervenuta in merito ad una sentenza di sospensione della responsabilità genitoriale della madre e, conseguentemente, sul prelievo coatto del bambino per sistemazione in casa famiglia. Tutto questo in nome di una

bi-genitorialità o meglio del diritto del minore a mantenere la relazione con entrambi i genitori anche in caso di separazione.

In questa sentenza della Corte vengono evidenziate tutte le criticità della Legge 54 del 2006 (sull’affido condiviso) e di alcuni strumenti e azioni a disposizione del Giudice.

Nello specifico,sulla consulenza tecnica d’ufficio e un uso controverso della stessa; sull’utilizzo, da parte di una certa Psicologia forense, di teorie ascientifiche (alienazione parentale, sindrome della madre malevola,) atte a validare un concetto di bi-genitorialità che, invece di salvaguardare il diritto del minore lo riconduce, di fatto, a status di oggetto di possesso degli adulti, privandolo anche del diritto di parola e di scelta, in barba alla Convenzione di New York e alla Carta dei diritti del fanciullo.

Non intendo dilungarmi oltre nel merito della vicenda, vorrei invece soffermarmi – sotto forma di domanda – su alcuni aspetti che questa (rappresentativa di tante, troppe) haportato all’attenzione dell’opinione pubblica. Aspetti, che hanno generato sofferenze indicibili in esseri umani innocenti e indifesi, che la legge avrebbe dovuto, invece, tutelare.

Ergo, mi chiedo e chiedo:

  • Come è stato possibile che una pseudo teoria scientifica (mai riconosciuta), possa essere stata divulgata e insegnata in corsi universitari e di formazione. Chi, ha permesso questo? Chi, ha permesso che la stessa entrasse nei Tribunali e diventasse “Vangelo”?
  • Cosa fare, adesso, con una (quasi) intera classe di Psicologi Giuridici (tirata su con questa spazzatura) che necessita di una nuova formazione (per usare un termine,a molti di loro caro, da Resettare)?
  • Come è possibile che nei nostri tribunali vi siano operatori che agiscono disattendendo (ignoranza, malafede,sistema inefficiente?) Leggi su reati specifici(vedi violenza domestica),delle cui conseguenze leggiamo quotidianamente nelle pagine di cronaca nera, per trincerarsi (e condannare) dietro al termine Conflittosenza mai entrare nel merito e nella comprensione/analisidelle azioni/reazioni?
  • Dovremmo chiedere al legislatore, quali fossero le reali intenzioni nell’elaborazione di una legge che, di fatto, si è rivelata punitiva e nei confronti dei figli e nei confronti del genitore più accudente (in gran parte madri):la legge 54 del 2006, si è rivelata, in realtà, una micidiale arma nelle mani di genitori violenti nonché una tortura reiterata per le loro vittime, in balia anche di un sistema a sua volta (inconsapevolmente?) maltrattante e– di conseguenza –dalla parte del carnefice di turno.Il legislatore è chiamato ad adoperarsi prontamente per una sostanziale riformulazione della stessa…e se ne ha il coraggio, chiedere scusa.
  • Al Ministero della Giustizia chiediamo di farsi carico di una profonda azione riformatrice del sistema. Percorsi specialistici per Giudici e Magistrati; formazione specifica e certificata;monitoraggio costante e puntuale dell’efficienza dei Tribunali ed eventuali azioni disciplinari;tempi meno lunghi, certezza del diritto.

Per finire – e qui la questione si allarga e si fa ancora più seria – qualcuno/asiè mai chiesto come, da un certo momento storico in poi, un po’ ovunque in Europa, ma particolarmente in Italia, Polonia, Ungheria, ci siano stati dei veri e propri attacchi ai diritti delle donne, alla limitazione degli esistenti e la negazione di altri?

Non avete notato anche voi il tentativo – a volte sfacciato, a volte mascherato – di riportare la donna al ruolo di ancella-angelo del focolare-madre-infermiera, dipendente economicamente e socialmente dal maschio di turno (padre, marito)?

No?

Lo chiedo, perché la legge 54 e la “disattenzione” nei confronti della Convenzione di Istanbul, che nei nostri tribunali rappresenta la “regola”, sono a pieno titolo inserite in questo disegno.

A buon intenditore…

Dott.ssa Pieranna Pischedda

Psicologo giuridico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Correlati