Il piacere maschile questo sconosciuto (3)

Costretta a prostituirsi per ripagare un debito del fidanzato:due arresti e tre denunce.

Sequestrata, privata del telefono per non chiedere aiuto, picchiata e costretta a prostituirsi per “ripagare” un debito, tra l’altro, non suo.

Accade ad Ostia. I criminali avevano pubblicato su un sito on line le sue foto e trattavano con i “clienti”tariffe e “prestazioni”.

Liberata grazie ad una segnalazione anonima (forse un cliente pentito?)

Uno dei tanti, innumerevoli crimini, che anche adesso mentre scrivo, si stanno compiendo in tutto il mondo.

Ma non voglio parlare dei criminali che la tenevano prigioniera, voglio parlare invece del perché. Del fatto che ci sia una domanda, un mercato – il cui volume di affari ricorda una finanziaria – che autorizza, agli occhi di personaggi privi di scrupoli (per usare un eufemismo)azioni di questo genere.

Torniamo, ancora una volta, a parlare di piacere maschile.

Un “rapporto” (chiamiamolo così) con una prostituta ha una durata media di 15 minuti, quasi sempre in una scomoda macchina. Esistono anche situazioni tra le quattro mura, appartamento privato, centro massaggi, bordelli illegali, più comodi (e più cari), per non parlare del fenomeno escort e di quei locali notturni che hanno soppiantato il vecchio night.

Un vero e proprio universo parallelo che mette plasticamente in risalto le contraddizioni e le problematiche dell’uomo nei confronti della sessualità e del sesso condiviso. Perché, è chiaro, in queste situazioni di condiviso non c’è proprio niente (a meno che non vogliamo credere alle favole).

Cosa spinga un uomo ad intrattenersi sessualmente con una sconosciuta e come possa chiamare “piacere” un atto eseguito meccanicamentee –per quanto riguarda l’altra parte -senza nessun tipo di coinvolgimento, non è ancora dato sapere (ma noi non disperiamo).

Sappiamo, però, che loro per primi sanno che non è qualcosa di cui andare fieri. Per questo, hanno sentito la necessità di etichettare questa prassi come,

  • il “mestiere più antico del mondo”;
  • la prostituta “una professionista” che elargisce “prestazioni” (senza fattura);
  • loro stessi come dei semplici, bravi, “clienti” che pagano.

Che per gli uomini (non tutti, ma visto il volume degli affari non possiamo certo pensare che siano in maggioranza) questo aspetto della loro sessualità sia un argomento “spinoso”, da ignorare, lo dimostra il fatto che pur sapendo, oramai da tanti anni, che le “professioniste” a cui si rivolgono siano, in realtà,vittime della tratta di esseri umani, delle vere e proprie schiave che hanno passato (e passano) l’inferno (rapimenti, torture, violenze, ricatti…) a loro poco importa (o fanno finta di niente).  Non vengono neanche sfioratidal fatto di essere loro la causa di quegli atroci delitti; di essere loro i principali finanziatori/sostenitori di queste organizzazioni criminali.

Trincerati dietro la figura di cliente, passano e consumano la propria esistenza senza il minimo dubbio, senza pensare che, forse, il vero piacere sessuale sia altro e non quella masturbazione con l’ausilio di uno strumento animato.

Pieranna Pischedda    

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Correlati